DAL �FIGHT TO KNOW� AL �RIGHT TO KNOW�: IL FOIA � (QUASI!) LEGGE
di Andrea Fama
ROMA, 7 agosto 2015 - Il Freedom of Information Act (FOIA) non � ancora legge, a dispetto di quello che da pi� parti � stato scritto e detto. Sono state assegnate le deleghe al Governo, e tra queste c�� anche quella per il FOIA; si tratta di un importante passo avanti, ma da qui a farlo diventare legge manca un passaggio fondamentale: la scrittura del decreto attuativo, che pu� rilanciare o azzoppare i principi guida alla base del FOIA.
Un passaggio, quello del decreto attuativo, che si spera possa essere aperto alla partecipazione e ai contributi di quella societ� civile che, attraverso le proprie competenze e passioni, ha di fatto reso possibile tutto questo, portando un acronimo infelice e poco conosciuto al centro dell�agenda governativa e di una riforma pesante come quella della Pubblica Amministrazione.
Il testo per un FOIA in Italia nasce da una consultazione pubblica, ma la versione su cui bisogner� lavorare � quella modificata dall�ufficio legislativo del PD. E a leggerla sorgono diversi dubbi.
Dalle definizioni, ad esempio, si apprende che per �chiunque� si intende �qualsiasi cittadino italiano�. Ma chiunque � chiunque, sia esso italiano o straniero, e sarebbe quindi opportuno estendere in tal senso l�ambito di applicazione della legge. D�altronde, anche un cittadino italiano pu� utilizzare il FOIA statunitense, proprio in virt� dell�universalit� del principio.
Un altro aspetto che genera qualche perplessit� riguarda l�art. 5 del testo, dove si legge: �Decorsi inutilmente trenta giorni dalla ricezione della richiesta di accesso da parte dell�amministrazione, questa si intende respinta�. In questo modo si confermerebbe quindi il principio del silenzio-dissenso, mentre in realt�, in caso di diniego, dovrebbe essere la PA a motivarne le ragioni. (Su questo aspetto occorre evidenziare che l�intera riforma sposa invece il concetto di silenzio-assenso, con possibili criticit� legate, ad esempio, al rapporto tra le richieste sopraggiunte in determinati ambiti e il personale addetto a espletarle).
Resta poi la questione del segreto di Stato. Per come siamo abituati, potrebbe finire per rientrarci anche la dislocazione nei centri urbani delle rastrelliere porta-bicicletta...
Insomma, siamo di fronte a un�opportunit� storica, ma resta ancora molto, delicatissimo lavoro da fare � e si spera di poterlo fare insieme, in modo aperto e collaborativo (visto poi che parliamo di trasparenza e partecipazione): una semplice parola �fuori posto� in sede di scrittura del decreto attuativo potrebbe vanificare un intero principio.
[Fonte: LSDI]